martedì 25 settembre 2012
Livella#5 Livellamento
Sarò in bolla o no? a presto l'ardua sentenza....tempo che la bolla d'aria si fermi...il piano è li...indicami l'orizzonte!
giovedì 13 settembre 2012
Livella#4 – red wanting blue
È curioso come alcuni, o molti, dei
pensieri migliori nascano nei momenti più inaspettati. O forse proprio il fatto
che non avendo alcun pensiero per la testa il nostro cervello possa lavorare in
maniera più efficace e aprire nuovi orizzonti. Perché alla fine ognuno di noi
da il meglio di se stesso in due occasioni: quando è ben riposato e con tutte
le energie a disposizione o quando è alle strette, preso dall’istinto. In ogni
caso è la natura che ci ha dotato della capacità di render al meglio con tutte
le energie che abbiamo o, se non ne abbiamo più, di tirare ancora fuori
l’istinto di sopravvivenza per delle prestazioni fuori dal comune. Quindi anche
la nostra materia grigia riesce a elaborare le “funzioni” migliori a completo
riposo o durante un problema improvviso e apparentemente insormontabile. Tutto
questo preambolo, forse frutto di una situazione a metà tra le due, è per
sottolineare che anche se imponiamo a noi stessi di rilassarci per trovare il
colpo di genio non lo troveremo, perché già il solo pensare quella imposizione
crea in noi un livello di minima agitazione cerebrale. Poco fa ero in macchina,
con la mente chissà dove, probabilmente spenta del solito susseguirsi di curve
e rettilinei arci conosciuti; il lancio di una canzone alla radio mi ha “svegliato” da quello
stato di “pilota automatico”.
A parte la canzone ( non male) il
nome del gruppo, da stessa ammissione dei fondatori, è un colpo di fortuna e di genio,
scovato in un momento di assoluto relax. RED WANTING BLUE. Da dove deriva? Da
un sonetto, da una poesia ascoltata per caso. Dietro queste parole si cela un
particolare pensiero: Un colore primario non potrà mai diventare un altro
colore primario….pausa….e li, mentre pensavo, anzi non pensavo proprio a nulla,
di ascoltarmi tranquillamente una canzone, ecco scoppiarmi la testa per un
turbinio di ricordi, colori, disegni, progetti. I ricordi di quando da piccolo
si colorava le tempere, quando mescolando gli acquarelli prima uscivano dei
pasticci e poi si riusciva ad affinare un disegno, a dare sfumature alle onde,
a fare le ombre agli alberi. Un attimo dopo, finito questo big bang di
emozioni, ricaduta sul pianeta pensiero controllato…eppure è vero, un rosso non
potrà mai diventare blu. Leggere….per quanto ti sforzi di diventare un altro,
rimarrai sempre per un briciolo quello di partenza. Sottoscritto….per quanto
ristrutturi, riqualifichi cambi di destinazione un edificio, la sua anima
rimarrà sempre quella originale. E non si possono svincolare le caratteristiche
natie della struttura dalla nuova funzione che se ne vuole dare, per quanto differenti siano. Letto al contrario, se vogliamo fare una casa, facciamo una casa. Se vogliamo fare un ufficio, facciamo un ufficio. Altrimenti ci troviamo a lavorare in casa o a dormire in studio. E si finisce per fare confusione facendo male entrambe le cose!
.
Al di là di come nascono le cose e in cosa possono trasformarsi, come visto fino ad un certo punto, il pensiero di oggi è alla nascita delle idee: siate sereni, tranquilli, riposati se volete aver un lampo di genio. La lampadina si accende davvero con li massimo della luminosità in determinate condizioni, che non possiamo creare per certo, ma possiamo stare li ad aspettare sapendola cogliere in tutto il suo splendore. D'altronde pure Archimede gridò héureka! dopo aver fatto un bel bagno.
venerdì 7 settembre 2012
Livella#3 -Time running out
Siamo tutti i giorni soggetti alle consegne. Le tempistiche ci prendono in
ogni atto della nostra vita. Da quando nasciamo, anzi fin da prima, da quando
siamo lunghi pochi centimetri ci dicono quando dovremo nascere. Ci danno una
scadenza: nascerai entro la tal data. E se non la rispetti, zaaaac, un bel
taglio e ti tirano fuori. Non ci son scuse, non puoi chiedere una proroga! Non
puoi fare male la prima consegna e poi dire << mi date 30 giorni di tempo
per portare le integrazioni? >> . Perciò siamo fin da piccoli sono
l’egida del tempo, scandito ed intervallato da step da superare, siamo dentro
un autostrada dove, in ogni caso, dobbiamo prima o poi passare da un casello. E
anche se prendi una tangenziale, una cavolo di barriera dove ti fanno pagare
anche solo (!!!) un euro, o due euro e venti (l’alba di una nuova autostrada,
prossimamente sui vostri schermi) te la ritrovi a scandirti il tempo e il
denaro.
Eppure nonostante fin da piccini il tempo ci venga scandito
inesorabilmente tra pappette, visite, vaccini, orari scolastici,
interrogazioni, esami, e via via crescendo con polizze assicurative, pagamenti
bancari, iva, imu, cùcù, cuccuruccucù-paloma, ci ritroviamo sempre a fare tutto
all’ultimo minuto, a cercare ancora di aggiustare la situazione in extremis (
dal latino Extrema ratio = piano
estremo, maniera ultima). Anni e anni di insegnamenti a rispettare gli orari e
continuiamo ad arrivare alla fine della clessidra, ad aspettare la caduta
dell’ultimo granello di sabbia prima di terminare l’opera in cui siamo
impegnati. E così ci ritroviamo a darci delle scadenze ed inesorabilmente a
portare tutto a fine del tempo utile, se ci riusciamo!
Ma qual è il tempo delle nostre azioni, delle nostre opere?
L’architettura ha una scadenza? Bè ad esempio il permesso a costruire ce l’ha,
e per quanto siano lunghi 3 anni di tempo per erigere una “bella villetta”
anche in questo caso ci ritroviamo ad un certo punto a far fronte ad una data
“X” per posare mattone su mattone. Ma, una volta eretti, quei muri staranno su
per chissà quanti decenni…o forse no, un giorno verranno abbandonati e
demoliti. Siamo di fronte a costruzioni che hanno migliaia di anni che sono di
una bellezza disarmante e altre che pur avendo al stessa età non son altro che
un insignificante ammasso di pietre mostrate con la pretesa di aver una valenza
storica, ma che in realtà ormai trasmettono ben poco di ciò per cui sono state
assemblate l’una sull’altra (questo commento sarà per caso frutto dello
sconcertante vuoto che mi ha trasmesso al recente visita al palazzo di Cnosso?!?!);
altre volte ci troviamo davanti a opere anche di recente fattura che dopo aver
terminato lo scopo per il quale sono state concepite, spesso un grande evento,
vengono progressivamente abbandonate e quindi distrutte, nate in nome del
progresso, di una svolta economica e sociale, con una buona dose di
programmazione a lunga gittata per far fiorire questo o quel sistema economico,
turistico, sportivo e schiantatesi al suolo in un botto di dinamite in nome
dello stesso “ideale” di progresso che muove però in altra direzione dopo pochi
anni.
Opere create forse di corse e costruire prematuramente con un destino segnato di una fastosa quanto
breve vita. È un caso, o forse no, che questo sia il destino di tanti impianti
sportivi: lo Stadio delle Alpi, costruito di fretta per i mondiali del ’90 con
pretesa di esser il luogo polivalente dello sport torinese, ricostruito ora per
accogliere la vera funzione per cui era nato e per il quale veniva utilizzato. Pensarci
prima? O il velodromo di Roma realizzato per le olimpiadi del 1960, utilizzato
8 anni e poi lasciato alla deriva,
demolito nel 2008.
http://youtu.be/WdwlSfkPzCo
Buon senso, programmazione economica e sportiva: avanti e pedala! Sulle stesse zolle di terra dove gli antichi romani hanno costruito arene, templi, fori, terme, circhi, non si riesce a erigere un impianto che valga due lire e possa durare nel tempo. Al Colosseo hanno fatto spettacoli per 600 anni ed è ancora in piedi…in sostanza le cose si fanno in due modalità temporali:
http://youtu.be/WdwlSfkPzCo
Buon senso, programmazione economica e sportiva: avanti e pedala! Sulle stesse zolle di terra dove gli antichi romani hanno costruito arene, templi, fori, terme, circhi, non si riesce a erigere un impianto che valga due lire e possa durare nel tempo. Al Colosseo hanno fatto spettacoli per 600 anni ed è ancora in piedi…in sostanza le cose si fanno in due modalità temporali:
- si fanno bene fin da subito ed hanno bisogno di un certo tempo di realizzazione
- si fanno male e si possono quindi realizzare in qualsiasi tempistica.
Perciò il livello di qualità e la
tempistica sono inversamente proporzionali. Forse fino ad un certo punto, poi
si passa ad una fase stagnante, ma sostanzialmente si può fare questa
distinzione: male subito o bene tra un po’.
Che altro aggiungere: non so,
devo andare, presto che non ce la faccio più….sono in ritardo!
mercoledì 5 settembre 2012
Livella#2: Born in plot
Da cosa nasce questo blog?
Sono mesi che mi ripeto: ”devo darmi una scossa”, riprendere
contatto con tutto quel mondo dell’architettura che ho “sfiorato”
nell’esperienza universitaria, e poi progressivamente abbandonato dopo la
laurea nei mille impegni lavorativi. Ma una sera, stavo finalmente attaccando dei
fogli al muro ,fogli colorati, per creare una composizione. Era da tempo che avevo in mente di
realizzarlo, dopo aver fatto trasloco, per dare un segno distintivo alla nuova
stanza che mi ospitava. Quei fogli, come questi pensieri, sono spuntati per
caso. Frutto di un test per la fotocopiatrice, sono prove di colore per
verificare la corretta stampa del ciano; son stati scartati, non offrivano
ancora la corretta stesura del colore. Ma come insegnano tante esperienze
precedenti, i clamorosi flop in un settore possono essere dei successi in altri campi ( vedi la storia dei post-it (che
riporterò sicuramente un giorno)).
|
Infatti quei fogli così imperfetti mi chiamavano, volevano
rinascere sotto una forma diversa. Non più quali indicatori di una brutta
stampa ma come una piccola opera d’arte. Posti l’uno accanto all’altro potevano
rinascere e far veder oltre quei 80 grammi di carta, ma aprire addirittura una
finestra su quel muro bianco. Nove fogli, nove piccoli quadri, nove vetri di
una “finestra all’inglese”. Non permettono di veder all’esterno (al di là dello
stesso muro c’è la cantina!) ma aprono i confini dell’immaginazione.
L’imperfezione del colore, la differente tonalità tra un foglio e l’altro fa si
che la “finestra” si animi di una luce simil mattutina, le macchie di colore di
diversa tonalità in ogni pagina richiamano l’ondeggiare del mare (con molta
fantasia, certo, anche perché sono in “montagna”). Va bene, tutte queste idee
sono soltanto impressioni create da questo accostare di colori e situazioni,
sono delle suggestioni. Ma cosa è ogni costruzione architettonica se non una
suggestione? L’architetto la pensa, disegna, realizza secondo una propria linea
guida, seguendo un sentimento interiore che lo spinge a fare in un determinato
modo, al fine di trasmettere una visione, la propria suggestione. Ma questa
verrà interpretata dalla gente che la vede, visita, vive in maniera sempre
diversa, ognuno di questi avrà una suggestione differente.
Quei fogli hanno rappresentato proprio tutto ciò, per il
tecnico della stampante erano la prova che il toner era da cambiare, che il
tamburo della stampante non lavorava in maniera corretta, per me … sono stati lo
spunto per ripartire.
martedì 4 settembre 2012
Livella#1 - In bolla!
Figlio di un muratore, nasce geometra, si sviluppa come architetto e muore di lavoro da un ingegnere...
....ma sei in bolla ?!?!
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